Il sindaco di Caramanico: "Le Terme devono riaprire"
  • 14 Luglio 2021
  • News
  • by Emanuela Crosetti
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Il primo cittadino, insieme al Presidente del consiglio regionale dell’Abruzzo Lorenzo Sospiried e al capogruppo di Fratelli d’Italia Guerino Testa, continua la sua battaglia per giungere alla riapertura dello stabilimento termale di Caramanico, dove le cure termali sono una rinomata tradizione sin dal 1576. La perdurante chiusura dello stabilimento desta sconcerto. Per la struttura, infatti, era stata fissata come data di riapertura quella del primo luglio, poi disattesa.

Per legge lo stabilimento deve rimanere aperto almeno tre mesi e il persistere dell’inattività sposterebbe le erogazioni delle prestazioni a tempi poco idonei. “Troppi cittadini si ritrovano obbligati a rivolgersi a stabilimenti posti fuori regione – lamenta De Acetis – e la mancata riapertura produce gravi danni all’economia turistica montana del comprensorio, costringendo la Regione ad erogare contributi ad altre regioni alle quali gli abruzzesi sono costretti a rivolgersi per le prestazioni sanitarie inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea)”.

Destinatario degli strali del sindaco è l’amministratore delegato dello stabilimento termale Franco Masci, sollecitato a “presentare la necessaria documentazione, alla Asl di Pescara che prevede, in primis, la regolarità contabile degli stipendi” per gli oltre 100 lavoratori stagionali oltre a quelli contrattualizzati a tempo indeterminato che devono ancora percepire 8 mensilità del 2019. Condizione essenziale per evitare che venga meno la possibilità di percepire le risorse a cui lo stabilimento ha diritto come ristori Covid ammontanti a circa 800 mila euro, tra l’altro garantiti dalla stessa Regione.

Ad oggi, nessuna documentazione è pervenuta in Regione, nonostante la Asl abbia addirittura offerto la disponibilità a svolgere un’attività di supporto. “È il momento che Masci dia risposte chiare circa la sua reale volontà di riaprire lo stabilimento – incalza De Acetis – a cominciare dalla consegna dei succitati documenti, con il fine di non aggravare ulteriormente la condizione economica dell’azienda e quella dei lavoratori oggi senza occupazione”.

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