Non è un caso che si chiamino proprio Terme dei Papi, visto il beneficio che ne ebbero i tanti pontefici che qui si recarono…

Se le Terme si chiamano “dei Papi” è per via di un intervento da parte del pontefice Niccolò V. Egli sperimentò un tale beneficio nelle cure dei suoi mali con queste acque che, nel 1450, fece costruire sul luogo uno splendido palazzo, così da potervi soggiornare in caso di necessità.

La costruzione, caratterizzata da mura merlate, finestre a croce e sale ricoperte da grandi volte, si chiamò da allora il “Bagno del Papa”. I successivi lavori di restauro dell’edificio termale furono, invece, intrapresi da Papa Pio II. Nel 1989, l’imprenditore viterbese e Cavaliere del Lavoro Socrate Sensi avviò i lavori di ristrutturazione e ammodernamento dell’intero Centro Termale comunale, inaugurando l’avvio della gestione nel 1993.

Da allora, le Terme dei Papi si sono affermate sempre di più nel mercato del wellness termale e sanitario, ottenendo anche la classificazione di Prima Categoria Super per l’efficacia dei mezzi termali. Le Terme dei Papi sono gestite ancora oggi dai figli e dai nipoti di Socrate Sensi.

Le Terme dei Papi nell’antichità 

Vi sono ampie documentazioni a testimoniare il grande rilievo che la zona termale del viterbese ricopre fin dai tempi più antichi. Ad attestarlo, gli scritti di Strabone, Tibullo, Simmaco, Marziale e Scribonio Largo, medico dell’Imperatore Tiberio. Lo stesso Dante Alighieri, nella Divina Commedia, ricorda più volte il Bullicame. In particolare, nel XIV canto dell’Inferno, scrive: “Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici tal per la rena giù sen giva quello”. E Michelangelo Buonarroti, passando dai Bagni di Viterbo in uno dei suoi viaggi a Roma, tra il 1496 e il 1536, fu colpito dalla bellezza delle Terme e ne fece due disegni a penna, che attualmente si trovano presso il Museo di Vicar de Lille in Francia.

Le acque

Le acque ipertermali delle Terme dei Papi emergono da dodici chilometri di frattura della crosta terrestre, sospinte dalla forza dei gas solfurei e carbonici. Fra tutte, da una bianca montagnola calcarea, sgorga la più importante e famosa: la sorgente Bullicame. L’acqua della sorgente Bullicame, che alimenta tutti i servizi delle Terme dei Papi e la splendida piscina monumentale di oltre 2.000 mq, è di tipo solfureo-solfato-bicarbonato-alcalino-terrosa-fluorato. Con i suoi 58°C, è da sempre apprezzata per le sue qualità terapeutiche. È infatti adatta per la cura e la prevenzione delle affezioni croniche di tutto l’apparato respiratorio e osteoarticolare, nonché per la cura delle malattie della cute e dell’apparato genitale e delle malattie dismetaboliche.

Un laghetto vulcanico, colmo di acque termali scaturite da innumerevoli sorgenti che ne animano il fondale argilloso, offre invece un fango molto raro, maturato da millenni sul fondo del laghetto termale. Il fango lavico, di colore grigio, è utilizzato in fangoterapia; quello sorgivo, di colore bianco, per i trattamenti estetici.

(Fonte: Terme dei Papi)

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