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by Emanuela Crosetti
Furono i Romani a dare l’avvio a un la della attività più amate, nel corso dei secoli, e portate avanti poi anche da altri popoli: le terme
Il recarsi regolarmente alle terme è uno stile di vita che affonda le proprie origini nel mondo romano. Furono infatti proprio i Romani a costruire terme in quasi tutto il loro impero, utilizzando la loro ineguagliabile arte di captare, incanalare e distribuire l’acqua.
Per gli antichi Romani, i bagni alle terme erano un vero e proprio rituale, e le terme stesse, un centro ricreativo e di aggregazione. All’interno, vi si trovavano centri sportivi, piccoli teatri, locande, ristoranti e saloni per le feste. Le terme romane, che si ispiravano al ginnasio greco e al bagno a vapore egizio, fecero la loro prima comparsa nel 25 a.C. grazie ad Agrippa. Da lì in poi, i vari imperatori che seguirono fecero a gara per superare i propri predecessori costruendo terme sempre più grandi e belle.
Le prime terme romane nacquero in zone dotate di sorgenti naturali di acque calde o curative. Il loro aspetto era così imponente da farle sembrare piccole città all’interno della città stessa. Erano due, le tipologie delle terme che si potevano trovare: una più povera destinata ai plebei, e una molto più raffinata destinata ai patrizi.
Gli ambienti
L’articolazione degli ambienti era sviluppata in successione. Si iniziava con un po’ di ginnastica in palestra o con attività fisica all’esterno e poi si accedeva ai bagni passando attraverso varie vasche, da quella con l’acqua più tiepida a quella con temperatura più calda. Il cuore delle terme romane era rappresentato da cinque ambienti: apodyterium, sudatio, tepidarium, calidarium e frigidarium, ognuno dei quali con una funzione ben specifica.
L’Apodyterion era il vestibolo principale per l’entrata delle terme romane ed era caratterizzata da un altissimo tasso di umidità. Questo ambiente era costituito da un vasto spogliatoio, arricchito da varie scaffalature dove gli avventori potevano riporre i propri indumenti ed effetti personali. Oltre che spogliatoio, l’Apodyterion poteva essere utilizzato anche come palestra nel quale poter svolgere esercizi ginnici per riscaldare la muscolatura.
Nel Frigidarium, i romani farcevano bagni di acqua fredda, ideale per temprare l’organismo. Questo ambiente poteva essere di forma rotonda con una vasca al centro, ma anche di forma rettangolare, con svariate piscine al centro. Solitamente posizionato sul lato nord delle terme, il frigidarium era dotato di piccolissime finestrelle.
Nel Tepidarium, invece, i romani si ritrovavano in un ambiente transitorio nel quale la temperatura era moderatamente più alta, grazie al passaggio di aria calda sotto la pavimentazione.
Nel Calidarium, si svolgevano i bagni in acqua calda e i bagni di vapore, all’epoca chiamati rispettivamente: “alveum” e “sudatio”. Veniva di solito costruito sul lato sud della struttura, per sfruttare a pieno il calore del sole. Anche questo ambiente poteva essere dotato di una o più piscine, con l’acqua che probabilmente non superava i 55 gradi, visto che i Romani vi accedevano con i sandali. 
Nell’Hypocausis, infine, stavano gli schiavi che alimentavano il fuoco per il riscaldamento delle acque e dei locali. Le fascine ardevano sotto il pavimento, in uno spazio libero alto circa 60 centimetri. L’aria calda formatasi in tale spazio vuoto, salendo attraverso le tubature di terracotta sistemate sotto l’intonaco riscaldava anche le pareti, per poi uscire infine dal tetto.